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Acqua ai neonati: quanta darne? E quale scegliere? Rispondiamo ai dubbi più diffusi tra le neo-mamme per idratare i più piccoli in tutta sicurezza.
Si può far bere acqua ai neonati? E come scegliere quella più giusta? Vediamo di fare chiarezza su un argomento che genera spesso confusione.
Iniziamo con una premessa fondamentale: l’allattamento al seno, quando è possibile, è senza dubbio il modo più migliore per idratare i bebè e soddisfare le loro esigenze nutrizionale. La scelta dell’acqua più adatta per i neonati diventa però inevitabile se il bambino perde molti liquidi, o se si ricorre al latte artificiale. L’acqua che impieghiamo per ricostituire il latte in polvere, o per diluire il latte vaccino, deve infatti rispettare requisiti precisi.
Quanta acqua dare ai neonati?
Ecco due alcune regole generali per capire quanta acqua far bere ai neonati:
- neonati e piccoli lattanti hanno bisogno di almeno 150 ml di acqua al giorno per ogni chilogrammo di peso corporeo
- aumentare l’acqua ai neonati fino a 250-300 ml nei periodi più caldi o in caso di perdite eccessive (febbre, diarrea, vomito…)
Acqua ai neonati: come sceglierla
La scelta dell’acqua per i neonati deve considerare soprattutto tre parametri:
- grado di mineralizzazione
- contenuto di nitrati
- presenza di contaminanti chimici o batteriologici
Neonati e sali minerali
Ai bambini molto piccoli occorre fornire pochi sali minerali, per poi aumentare gradualmente la quantità durante la crescita. Se si sceglie di dare ai neonati un’acqua minerale in bottiglia è meglio quindi orientarsi verso le acque minimamente mineralizzate o oligominerali, con un residuo fisso non superiore ai 200 mg per litro.
Le oligominerali sono indicate quando è necessario aggiungere acqua al fabbisogno idrico del neonato, ad esempio in caso di sudorazione abbondante per il caldo, o dopo episodi di diarrea. Acque di questo tipo forniscono infatti i sali necessari senza sovraccaricare i reni, poiché la loro composizione stimola la diuresi.
Le minimamente mineralizzate sono invece ideali per la ricostituzione dei latti formulati, che possono integrare o sostituire l’allattamento al seno. Grazie alla loro ipotonicità queste acque sono particolarmente indicate per i neonati allattati artificialmente, in quanto:
- Non alterano la composizione del latte in polvere, studiato per fornire al bambino la giusta proporzione di minerali e oligoelementi.
- Rendono il latte più digeribile: perché svolgono una buona azione solvente, favorendo la dispersione delle goccioline di grasso e la precipitazione delle proteine in fiocchi più fini.
Acqua iposodica per neonati
L’acqua per neonati dev’essere inoltre povera di sodio. Diversi studi hanno infatti rintracciato una correlazione tra un eccessivo apporto di sodio nella dieta durante l’infanzia e un maggior rischio di ipertensione in età adulta.
Neonati e nitrati
L’acqua per i neonati non deve contenere nitrati. I nitrati inducono infatti la produzione di una particolare forma di emoglobina tossica per l’organismo, detta metaemoglobina, che può portare alla formazione di composti potenzialmente cancerogeni, come le nitrosamine.
Caratteristiche dell’acqua per neonati
Riassumendo quanto detto, l’acqua per neonati e lattanti dovrebbe quindi essere:
- minimamente mineralizzata o oligominerale (R.F. < 200 mg/L)
- iposodica (<20 mg/L)
- priva di nitrati (< 10 mg/L)
- senza contaminanti microbiologici e inquinanti chimici
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Neonati e acqua del rubinetto
Nel caso si decidesse di usare per i neonati l’acqua potabile comunale, si consiglia di portarla prima a ebollizione. Questa operazione serve a far precipitare alcuni sali e a eliminare eventuali microrganismi o germi presenti, ma è bene sapere che non protegge da eventuali inquinanti chimici.